mercoledì 8 ottobre 2008

Mozione approvata all'assemblea di Piazza dei Cavalieri 8 ottobre 2008 Pisa

L’ASSEMBLEA GENERALE DI ATENEO DELL’8 OTTOBRE 2008

Contro i provvedimenti del governo, che prevedono:

  • il taglio di 1.400 milioni di euro del Fondo di Finanziamento Ordinario

  • il blocco delle assunzioni del personale, possibili solo in misura pari al 20% dei pensionamenti (1 unità su 5)

  • la possibilità per le Università di trasformarsi in Fondazioni di diritto privato, con il conseguente aumento della contribuzione studentesca

  • l’introduzione dell’emendamento che sospende o cancella il processo di stabilizzazione per il personale tecnico amministrativo delle Università e per i ricercatori e tecnici degli Enti di ricerca;



l’Assemblea DICHIARA lo stato di agitazione, chiamando tutti coloro che operano nell’Ateneo, a cominciare dagli Organi di Governo centrali e periferici, ad un’assunzione di responsabilità che si traduca nella difesa ad oltranza, “senza se e senza ma”, della natura pubblica del sistema della formazione e della ricerca, in ogni ordine e grado, e nell’apertura di un confronto, che coinvolga gli studenti e tutto il personale
L’Assemblea dunque DECIDE
  • la continuazione e l’estensione delle iniziative di informazione e di approfondimento in tutte le Facoltà, in forma di assemblee e momenti di discussione;

  • l’immediato ritiro della disponibilità del personale docente a ricoprire incarichi didattici non obbligatori per legge e la completa indisponibilità alla sostituzione da parte del personale non strutturato;

  • lo sciopero e l’astensione dalle attività didattiche e istituzionali da parte di tutti;

  • forme più radicali di protesta che coinvolgano gli studenti e i ricercatori, docenti, tecnici-amministrativi strutturati e non strutturati;

  • la mobilitazione per il necessario coinvolgimento dell’intera opinione pubblica invitando, tra l’altro, la RSU e le OO.SS. di ateneo ad attivarsi per la proclamazione di uno sciopero nazionale unitario di tutti i settori della conoscenza (Scuola, Università, Enti di ricerca).


I soggetti promotori comunicano di aver già avviato le iniziative di protesta con l’occupazione dell’ufficio stampa del rettorato e delle aule del polo didattico Carmignani e di aver consegnato la presente mozione ai pro-rettori di Ateneo Barsotti, Baggiani e Galbiati.

Rete nazionale ricercatori precari – nodo di Pisa
Coordinamento precari tecnici-amministrativi
Coordinamento dei Collettivi
Sinistra per...
Per informazioni, il nostro blog: www.no133pisa.blogspot.com

10 commenti:

diegosarri ha detto...

Occupata scienze politiche. Al di là della radicalità e del fervore con cui le
arringhe sono state discettate,temo che il nascituro movimento studentesco
rischi di avere le gambe corte se non compie da subito una maturazione
qualitativa di risposta all'emergenzialismo dei molti;nel senso che,se anche
riuscisse ad ottenere risultati,dovrebbe comunque dare risposte identitarie in
seguito al conseguimento dei risultati stessi,rischiando di sprofondare in un
eccellente anonimato storico dovuto alla limitata visione politica,alla
coalescenza delle forze diversificate ed incapaci di trovare una sintesi,sempre
che non si voglia definire "sintesi" la convergenza dei tanti intorno al tema
università,secondo una logica che può sapere anche di reazionario.
In questo pezzo si articola la mia critica al "nuovo movimento studentesco",in
quanto vi è riportato ciò che secondo me manca all'iniziativa nelle università:

"L'università non è che un epifenomeno dell'arretratezza autoritaria
dell'intero sistema sociale. Come tale ,la critica al sistema universitario
dovrebbe inserirsi in un quadro generale di critica del sistema società. Non
basta opporsi all'etica privatistica relativamente all'università,dal momento
che essa pervade ogni aspetto della vita associata,dal momento che la proprietà
privata è protetta dalla stessa costituzione. Con la costituzione chi ci fa i
conti?ovviamente nessuno,se non per impiegarla strumentalmente utilizzandone i
cavilli,le contraddizioni interne,dal momento che urgerebbe rivendicare la
legittimità dell'insegnamento pubblico. Se non si considera il sistema
università come il risultato di una molteplicità di connessioni che lo legano
ad altri spaccati di vita associata,se non si intravede il rapporto di causa ed
effetto che fa dell'università un ricettacolo causale determinante dell'ordine
sociale sui generis,si cade in uno stato di ignoranza:chi ignora le cause,non
può avere piena comprensione degli effetti. Molti cadono in un fraintendimento,
quando scorgono nella università come elemento di statica un effetto mero,
quando l'università svolge in realtà un ruolo ben più dinamico e formativo non
tanto della soggettività,quanto dello status;l'università è lo strumento
mediante il quale si selezioneranno,nella nuova logica, le soggettività
incanalandole lungo la gerarchia sociale. Il plesso di effetti si inscriverà
appunto lungo questa gerarchia,ossia nella vita post-universitaria. Se non si
rivolgono le proprie attenzioni non tanto agli universitari uscenti,quanto agli
universitari potenziali,e cioè ai tanti lavoratori che affidano le proprie
speranze di emancipazione a generazioni e a gruppi sociali illuminati in quanto
detentori di competenze specifiche,si condanna la società ad assestarsi in
ruoli rigidi e pacifici,togliendo spazio a quello che invece dovrebbe essere
l'imperativo in quanto auspicio di mobilità ed emancipazione vera:la lotta di
classe."

dogtown ha detto...

Non esiste!!!In nessun altro luogo al mondo si sognerebbero 'na cosa così!!
A questo punto noi tutti abbiamo il DOVERE di imporre le nostre idee ad una classe politica tutta, che ci lecca il culo solo in campagna elettorale (perché gli fa comodo...), ma che,a conti fatti,ci impone le sue, di idee.E di casi ce ne sono stati tanti...
Questa legge 133 ci verrà imposta come le altre,e stavolta c'è mancato poco che passasse di nascosto;e io personalmente mi sento preso in giro, questo comportamento è un'offesa all'intelligenza delle persone e se questi pensano di poter continuare a fare quello che gli pare nascondendosi dietro la democrazia, vuol dire che di noi,degli stronzi che dovrebbero rappresentare, non gliene frega assolutamente niente e che è forse il caso di ricordargli (con ogni mezzo opportuno) che demos e kratos significano "popolo" e "potere",non "politico regna"(manco fosse uno striscione rubato a san Siro)ovvero "forma di governo nella quale la sovranità appartiene al popolo" (art. 1 della Costituzione italiana) ,c***o!!!

Unknown ha detto...

BISOGNAVA RICORDARSELO E TENERLO BEN PRESENTE AD APRILE...ma forse troppa gente è rimasta a bersi le birrette in vettovaglie invece di andare a votare.

diegosarri ha detto...

E certo,votando Veltroni avremmo arrestato al nuova fascistizzazione dell'Italia;infatti Veltroni sta inscenando proprio una bella opposizione:instaurare un regime di bipolarismo,lasciare lavorare le destre,non realizzare un intelligenza collettiva,trasformare la politica in un appuntamento con le urne governato solo da un giudizio privato.Intanto il golpe silente avanza,erode diritti nel campo del diritto allo studio,nel mondo del lavoro,rispolvera vecchi miti razzisti conditi di federalismo,getta le proprie basi nel lungo periodo,impiega pretestuosamente la crisi economica adducendola a causa dei tagli,mentre la crisi non è che un vettore che facilita congiunturalmente la fascistizzazione dell'Italia.Nel caso in cui il "mero movimento studentesco",un movimento che per ora non getta ponti con il resto della società,ottenesse qualche risultato,le destre scaricherebbero tutti gli effetti della crisi economica sulle tasche degli italiani,e ne uscirebbero in questo modo vincitori comunque.Scusatemi,ma il ragionamento è semplice.La crisi motiva ANCHE i tagli,e se si arenasse il meccanismo dei tagli,le destre potrebbero benissimo sostenere ciò:l'economia è insostenibile poichè non ci è stato concesso di recuperare liquidità dai settori dove si registravano esuberi;e così noi appariremmo come concause della crisi drammatica. By dieghino

MaluEntu ha detto...

Salve per altre foto e video sulla manifestazione potete visitare

IL MIO BLOG:

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http://flickr.com/photos/menumarco/

Unknown ha detto...

Ribellarisi. Questa situazione non lascia scampo ad altre visioni, se non a quella di riformulare un "autunno caldo"; per questo è necessaria la solidificazione della forma mentis di questo movimento, che non dovrà fermarsi solo al campo universitario, ma estendersi ad una critica dell'intera socità attuale, la quale ci vede come cittadini passivi, quasi ad apparire schiavi della nostra condizione non capendo che ad averla creata siamo stati soltanto noi.
Rinvigorire quindi le nostre motivazione al primo passo da attuare, per una adesione maggiore e globale di idee che dovranno sfociare in tutti i settori della nostra quotidianità.
Visto la puerilità e l'inezia della politica attuale rappresentata nelle (e dalle) nostre istituzioni (minoranza compresa, perchè non si capisce se sia tale), è imprescindibile l'importanza di possedere una visione politica, la quale, per chi ancora non l'avesse capito, pervade ogni minimo modo di pensare nostro, ed è insita nei nostri modi di fare. Tutto è politica; essa trascende in tutto ciò che si attua.
Importante è la capacità di pensare per ogni soluzione "una altra" che possa essere migliore o che possa essere integrata nella precedente, al fine di elaborare piani articolati ma semplici e comprensibili da tutti. Per fare ciò si esige la necessità di espandere nuovi organi che raccolgano persone, occupanti i diversi settori della società, giungendo così alla diffusione della democrazia diretta, unica vera forma di democrazia, data la sua essenza di partenza dal basso. Un sistema che per noi rappresenterebbe la giusta visione delle cose, un sistema sostenibile per tutti, in cui si possa credere e avere fiducia, senza mai perdere la propria capacità critica, che anzi, dovrà essere incentivata con luoghi di sua espressione. Questo dobbiamo creare. Dobbiamo coordinarci da una parte all'altra d'Italia creando un gruppo omogeneo di idee, e soprattutto con la convinzione di poterle portare avanti, senza voltare gabbana e rifiutando compromessi indegni, che significherebbero la fine di tutto ciò.

Sulla situazione delle manifestazioni posso aggiornarvi solo su una, tenutasi a Cosenza, dagli studenti della Università della Calabria, ignorandone però la sua reale consistenza e aspettando notizie sul suo svolgimento.
Vorrei leggere notizie da tutte le parti d'Italia sull'andamento della situazione; necessario è il coordinamento di tutte. Molto importante diventa scrivere.
Non fermiamoci e andiamo avanti...il nostro cammino è appena iniziato!

Elisa ha detto...

Ieri durante il consiglio di facoltà di lettere si è parlato di visibilità, di far arrivare la protesta anche a chi non è toccato direttamente dal decreto, alla società nel suo complesso. Una buona idea potrebbe essere quella di imitare quanto accade a Firenze, dove le lezioni si sono spostate in strada per attirare sul problema l'attenzione di chi pensa alla Gelmini come a quella che vuol far mettere i grembiulini ai bambini...

diegosarri ha detto...

Fabrizio si che ragiona

giomag ha detto...

Ciao, sono padre di una studentessa di Bergamo che frequenta scienze politiche alla vostra università. Sto seguendo con apprensione quanto succede nelle scuole a causa della legge 133 ma ho piacere di vedere che molti studenti e genitori stanno reagendo a questo ennesimo colpo al sistema scolastico italiano. Data la mia età e le tante occasioni di protesta e lotta politica a cui ho partecipato vorrei esprimervi la mia solidarietà e, con essa, alcuni consigli che anche a me sono serviti per dare maggiore incisività alle iniziative a cui partecipavo, ovviamente senza la presunzione che li facciate vostri ma con la speranza che possano servire:
- è bene che il movimento sia di tutti o del maggior numero di persone possibile e che non lo si lasci nelle mani dei partiti anche se voi che ci state dovete ricercare con ogni sforzo la più grande alleanza possibile, anche nelle diversità di opinione, perchè per vincere c'è bisogno di tutti coloro che sono contrari alla legge, trovate i punti di accordo e su quelli muovete le vostre iniziative.
- Ogni studente dovrebbe cercare di coinvolgere la propria famiglia anche sul luogo di residenza perchè questa è una battaglia per l'avanzamento e la dignità del popolo e solo l'iniziativa popolare può far cadere la legge. Vedo che in molte scuole elementari i genitori occupano con e senza i figli, questo è vincente, l'iniziativa di una sola categoria è destinata a dissolversi.
- Vigilate sempre che le cose siano fatte in modo non violento, vigilate sempre che nessuno tra di voi o infiltrato da qualcuno punti allo sfascio. Non c'è nulla di più pericoloso che dare agli avversari argomenti che vi mettono in cattiva luce verso l'opinione pubblica,e in Italia sfasciare la cosa pubblica è uno degli argomenti peggiori. Ora i governanti vi stanno prendendo le misure e guardano l'evolversi della mobilitazione ma appena si renderanno conto che guardare non basta metteranno in atto iniziative atte a farvi perdere credibilità e peso politico, anche tramite provocazioni, quindi vigilate sempre che tutto sia sotto controllo.
- Infine vanno bene le iniziative che avete deciso di mettere in campo ma non pensate che la sonnolenza della società italiana, e nello specifico di Pisa, svanisca di colpo. Ci vorrà molta pazienza e molto dialogo con la cittadinanza perchè non tutti si sentono coinvolti da questi problemi e per coinvolgerli è necessaria molta pazienza, mai la violenza nè fisica nè verbale.
Spero di essere stato d'aiuto e, se mia figlia pensasse che sarà utile, spero di essere presto con voi.
ciao

Massena ha detto...

Giusto Letizia, troppi ha preferito risparmiare i soldi del treno o dell'aereo per farsi le birrette a Piazza delle Vettovaglie, e molti continuano a farsele al Carmignani impedendo di dormire a chi ritiene di non avere niente da festeggiare! Si critica, giustamente, l'imposizione autoritaria della legge da parte della destra, ignorando la prepotenza costituita dagli eccessi dell'occupazione, il bene pubblico è di tutti e va gestito nel rispetto di tutti