martedì 11 novembre 2008

MANIFESTAZIONE NAZIONALE 14 NOVEMBRE - ROMA

PISA PER IL SAPERE

NO ALLA SVENDITA DELL'UNIVERSITA'

Da troppi anni la Scuola e l'Università pubblica hanno rappresentato per i governi che si sono succeduti solo onerose voci di spesa da tagliare, piuttosto che istituzioni su cui investire.

La Legge 133 / 08 rappresenta il passo conclusivo di un processo di destrutturazione dell'università pubblica. Questa presenta una serie di misure che, considerata la gravità inaudita, devono essere ritirate immediatamente. Il blocco del turn over, i tagli al fondo di finanziamento ordinario e la possibilità di trasformazione delle università pubbliche in fondazioni di diritto privato rappresentano delle scelte di tipo economico che non hanno nulla a che vedere con la necessaria riforma dell’Università che gli studenti chiedono da anni.

Lo stato in cui versa l’università italiana impone una riforma organica e condivisa che incida sulla qualità della didattica e della ricerca. Tale riforma non può prescindere da alcuni punti cruciali:

-la valutazione dell’attività didattica e di ricerca di ciascun ateneo da parte di un organismo che garantisca imparzialità e terzietà;

-nuove modalità di reclutamento e di avanzamento di carriera che ostacolino le pratiche clientelari e nepotistiche finora dilaganti nel mondo accademico che garantiscano la trasparenza dei concorsi e premino il merito;

-una governance snella ed efficiente che mantenga l’autonomia degli atenei e consenta di individuare le responsabilità di chi li malgoverna: una classe dirigente che sbaglia deve farsi da parte.

-un maggiore investimento sul diritto allo studio che garantisca l’accesso all’università al più alto numero di giovani con strumenti che permettano una vera mobilità nel territorio nazionale e europeo, e dei servizi di qualità (mense e alloggi).

Giovedì 6 Novembre il governo ha emanato un decreto legge che non accoglie le richieste più importanti degli studenti in mobilitazione:

-non si individuano strumenti per colpire veramente le sacche di privilegi e le inefficienze del sistema.

-non sono previsti nuovi investimenti ma solo una diversa distribuzione delle risorse che rimangono comunque insufficienti

-le modifiche alle procedure di concorso non sono tali da garantire trasparenza e merito (la commissione esaminatrice rimane formata da un membro interno alla facoltà e tre esterni sorteggiati fra 12 eletti a livello nazionale e facilmente influenzabili)

-Gli incentivi per il diritto allo studio sono principalmente destinati a finanziare lo strumento del prestito d’onore che non garantisce un accesso libero all’università ma costituisce un’ipoteca sul futuro già precario dei giovani. Tali incentivi rimangono in contrasto con il disegno di legge finanziaria attualmente in discussione alla Camera dei deputati e che taglia drammaticamente tutte le voci del settore universitario.

LA MANIFESTAZIONE DEL 14 NOVEMBRE VEDRA’ SCENDERE IN PIAZZA L’INTERA SOCIETA’ CIVILE, I LAVORATORI DEL COMPARTO UNIVERSITA’ E, PER LA PRIMA VOLTA, TUTTE LE REALTA’ STUDENTESCHE MOBILITATE NELLE CITTA’ UNIVERSITARIE.

QUESTO APPUNTAMENTO RAPPRESENTA UN MOMENTO FONDAMENTALE PER RIVENDICARE LA CENTRALITA’ CHE LA FORMAZIONE E LA RICERCA UNIVERSITARIA DEVONO AVERE NELL’AGENDA POLITICA DEL NOSTRO PAESE.