sabato 22 novembre 2008

UNIPI: STIAMO DANDO I NUMERI?

Martedì 25 Novembre il Consiglio di Amministrazione dell’Università dovrà pronunciarsi sulle scelte economico-finanziarie del nostro Ateneo, con l’analisi del bilancio di previsione 2009 e del bilancio pluriennale 2009-12.


In che stato sono i conti della nostra Università?

Il nostro Ateneo non se la passa molto bene ultimamente: ha un debito “interno” (cioè verso le proprie strutture periferiche: facoltà, dipartimenti ed enti di ricerca) che ammonta a circa € 29 milioni. Inoltre, una poco oculata gestione nelle politiche di assunzione e promozione del personale ha reso ancora più difficile la situazione finanziaria del nostro ateneo. Infatti, in assenza di una programmazione sul reclutamento e sull’avanzamento di carriera di docenti e tecnici amministrativi, che introducesse criteri definiti per le assunzioni e le promozioni, si è lasciato largo spazio alle logiche “baronali” mettendo da parte le reali esigenze dell’Università e degli studenti. È per questo che l’Ateneo ha una classe docente anziana e dagli altissimi costi: la regola vorrebbe che la classe docente fosse composta da pochi ordinari, un po’ più associati e tanti ricercatori secondo la cosiddetta struttura “piramidale”. In realtà il corpo docente nel nostro Ateneo ha una struttura cilindrica: il numero di ordinari, associati e ricercatori cambia di poco.

Inoltre, che senso ha mantenere debiti verso facoltà e dipartimenti che, fra l’altro, non riescono a spendere tutto ciò che l’amministrazione centrale del nostro ateneo trasferisce loro nel corso dell’anno?


Cosa chiede Sinistra per… ?

Una progressiva, ma definita e scadenzata, estinzione del debito dell’amministrazione centrale verso le strutture periferiche, che sinistra per… ha proposto già l’anno passato.

Una chiara programmazione e criteri di priorità precisi cui le politiche di assunzione e promozione del personale dovranno attenersi.

Un piano di risanamento finanziario che non si limiti a ridurre le spese di funzionamento delle strutture in ragione di sprechi evitabili, ma agisca sulle voci “strutturali” del nostro bilancio.


Perché col denaro dell’Università NON SI GIOCA!